Sciopero generale
contro la finanziaria e il
governo amico dei padroni
di Pia Gigli
La finanziaria del governo Prodi mostra il suo segno di classe.
E' una finanziaria di Maastricht a tutto vantaggio delle imprese, che
penalizzerà pensionati, lavoratori, giovani. Con questa manovra i padroni
avranno in tasca più della metà del cuneo fiscale che significa sconti
sull'Irap, deduzioni sui dipendenti, rimborsi IVA.
Per le masse popolari la finanziaria rappresenta: tagli alla sanità e
introduzione dei ticket; tagli alla scuola e all'università; aumento delle spese
militari per sostenere il ruolo dell'Italia nella costruzione del polo
imperialistico europeo; rinnovo su più anni dei contratti del pubblico impiego
con penalizzazioni dal punto di vista salariale; perdita, nei prossimi anni, di
posti di lavoro nella scuola; nessun reale provvedimento contro il precariato;
aumento dei contributi previdenziali per tutti i lavoratori; anticipazione della
previdenza complementare (fondi pensione) con quella parte del Tfr che non andrà
all'Inps per finanziare le grandi opere.
I vantaggi del "riequilibrio fiscale" tanto sbandierato
dal governo e soprattutto dal Prc, sono di lievissima entità e non per tutti
coloro che ne avrebbero bisogno (come ha dimostrato perfino Draghi) e per di più
saranno annullati dall'aumento delle tariffe di energia elettrica, gas, benzina
e dall'inevitabile aumento della tassazione locale (addizionali Irpef, Ici,
tasse sui servizi che ben connotano l'introduzione del federalismo fiscale) a
fronte del taglio dei fondi agli enti locali che non avrà sollievo dai 600
milioni dei euro recuperati recentemente al tavolo enti locali-governo.
Di fronte a tutto ciò l'ingordigia dei padroni non ha
limiti. In questi giorni gli industriali e in particolare le piccole e medie
imprese tentano di recuperare anche quel 50% del Tfr inoptato (salario differito
dei lavoratori) che il governo ha destinato all'Inps per fare cassa. Scendono in
piazza i professionisti. Fioccano le critiche da destra alla finanziaria:
Montezemolo, Draghi, i cosiddetti ceti medi produttivi rivendicano la mancanza
in questa finanziaria di "vere riforme strutturali" che significano risparmi
sulla previdenza e sulla pubblica amministrazione. Quelle riforme strutturali
che Padoa Schioppa e Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di rimandare, pena la
inaccettabilità sociale della manovra, ma che si faranno da gennaio in poi. Si
parla di una nuova concertazione per un nuovo modello contrattuale e per una
riforma della previdenza già tracciata nel recente Memorandum firmato da
sindacati e governo che prevede un aumento dell'età pensionabile e la revisione
dei coefficienti pensionistici.
Emerge il ruolo tutto politico di Padoa
Schioppa che si fa garante di quell'asse Prodi-sindacati-sinistra radicale per
la tenuta di questo governo in contrapposizione ad un asse liberal-riformista
interno alla maggioranza che fa prove di approccio bipartisan attraverso il
"tavolo dei volenterosi".
La Cgil con Epifani continua a emettere un giudizio
positivo sulla finanziaria evidenziando "i contenuti di risanamento, di
redistribuzione e di sostegno allo sviluppo". Le burocrazie della cosiddetta
sinistra radicale e dei sindacati concertativi tenteranno di apportare qualche
piccolo aggiustamento alla finanziaria in sede parlamentare, ma complessivamente
stanno svolgendo il ruolo di "silenziatore" all'insoddisfazione che la manovra
sta producendo tra la classe lavoratrice e tra le masse popolari.
Il Prc
continua a perseguire la politica della "riduzione del danno". Dopo aver
affermato "no ad una finanziaria in contrasto con i sindacati" e dopo aver
fallito sulla richiesta di una riduzione della sua entità (che invece è arrivata
fino 34,7 miliardi) e della sua dilazione in due anni, accetta la manovra per il
suo "accentuato carattere redistributivo"e "di giustizia sociale", facendo
credere ai sui iscritti e al suo elettorato che questa sarebbe un'inversione di
tendenza rispetto alla "rivincita del capitale sul lavoro" del precedente
governo di centrodestra.
Le aree critiche interne di Rifondazione (Ernesto e
Sinistra critica) continuano a giocare il ruolo che si sono assegnate da tempo:
manifestano la critica ad alcuni aspetti della manovra che pensano poi di
attutire, illudendo così la propria base, attraverso l'azione parlamentare e
"auspicano" un' "iniziativa diffusa e di massa della società", in una logica
emendativa ("di governo") e di pressione ("di lotta") che certamente non metterà
in discussione l'impostazione di classe della finanziaria e che soprattutto non
farà vacillare di un millimetro il governo Prodi, di cui le stesse aree critiche
fanno parte e a cui a più riprese hanno dato prova di lealtà, e al quale il Prc
è ben lontano dal porre ultimatum.
Di fronte a questo governo dei capitalisti e dei
banchieri ed alle sue leggi finanziarie, di fronte al compromesso di classe
messo in atto dai partiti della cosiddetta sinistra "radicale" e di fronte alla
concertazione delle burocrazie sindacali con i padroni ed il governo, è
necessario e urgente che la sinistra sindacale e di classe, i lavoratori, i
disoccupati, i pensionati rispondano con uno sciopero generale contro la
finanziaria e contro il governo.
E' l'appello ad un fronte unico di classe e
di lotta che PC-Rol vuole continuare a lanciare.
Oggi su questa parola
d'ordine convergono diverse organizzazioni sindacali di base come la Cub,
Confederazione Cobas, Slai Cobas, Usi, Usi Ait, A.L.Cobas che si stanno già
mobilitando per uno sciopero generale per il 17 novembre.
Promuoviamo
quest'appuntamento di lotta e proponiamo,nello stesso tempo, che lo sciopero
preveda anche una manifestazione nazionale a Roma, da prepararsi attraverso la
costituzione di "comitati di sciopero contro la finanziaria" con assemblee nei
luoghi di lavoro.
Riteniamo che la Rete 28 aprile-sinistra sindacale in CGIL,
che attraverso i suoi portavoce ha manifestato critiche alla finanziaria ed al
percorso concertativo di Epifani e della maggioranza del direttivo nazionale
CGIL, debba essere conseguente superando ogni ambiguità e la mera logica
contrappositiva interna, pronunciandosi con chiarezza sullo sciopero generale
dando corpo al dissenso dei tanti lavoratori che non accettano questa
finanziaria e questo governo. Un malessere ed un dissenso testimoniato già dai
considerevoli consensi ottenuti tra delegati e lavoratori su un ordine del
giorno per lo sciopero generale, presentato nei direttivi di categoria dai
militanti della sinistra di classe in Cgil che fanno riferimento alla Rete 28
aprile.
I compagni di PC-Rol impegnati, sia nella Rete28 aprile
che nei sindacati di base, nella preparazione dello sciopero generale del 17
novembre contro la finanziaria ed il governo, affermano la necessità che a
partire da questa mobilitazione, il fronte di lotta si unifichi attorno a una
vertenza generale che rivendichi: l'aumento dei salari e delle pensioni, la
reintroduzione della scala mobile, il salario garantito ai disoccupati, la
stabilizzazione dei precari e l'abolizione della legge 30 e del pacchetto Treu,
la difesa e il rilancio di sanità, previdenza, scuola e università pubbliche, la
salvaguardia e l'estensione dei diritti e delle tutele sindacali nei posti di
lavoro, il ritiro immediato di tutti i militari italiani da Irak, Afghanistan,
Libano e da tutte le altre missioni.