Finanziaria
2008
IL GOVERNO PRESENTA
UN’ALTRA MANOVRA PADRONALE
La necessita di una risposta di classe: lo
sciopero generale unitario e di massa
di Antonino
Marceca
La manovra finanziaria 2008, approvata “con
il consenso unanime su tutto da parte di tutti i ministri”, come sottolinea
soddisfatto il ministro dell’Economia Padoa Schioppa, è in sostanziale
continuità con quella precedente.
La Finanziaria 2008 si muove all’interno del
solco tracciato dal programma di legislatura: raggiungere gli obiettivi di
“risanamento” del bilancio dello Stato, rendere permanente la precarietà del
lavoro salariato, rilanciare attraverso il contenimento dei salari e dei costi
di produzione la competitività del capitalismo italiano nei mercati
internazionali.
Un obiettivo questo che presuppone il mantenimento del controllo delle “aree
vitali”, in concertazione con le potenze imperialiste alleate, da qui la
destinazione di ingenti risorse alle spese militari. Questo “programma organico”
costituisce l’asse della Legge Finanziaria anche per il 2008, un programma che
la manifestazione del 20 ottobre, organizzata da una parte della sinistra di
governo, intende rilanciare tra i lavoratori. Il governo nell’elaborazione della
manovra è stato comunque attento a coprire da un lato le richieste di
“sicurezza” provenienti da strati di piccola e media borghesia razzista e
dall’altro ad introdurre misure “compassionevoli” utilizzabili ad uso
propagandistico da una sinistra di governo in profonda crisi.
Un flusso di miliardi alla
borghesia
Gli interventi approvati dal consiglio dei
ministri del 28 settembre 2007 si articolano nel decreto-legge collegato per 7,5
miliardi di euro con effetti immediati sul 2007 e nel disegno di legge per gli
anni 2008-2010 del valore di 11 miliardi.
La Confindustria in una nota ha
espresso un giudizio di “apprezzamento e approvazione” della manovra finanziaria
sottolineando come l’intervento sulle aliquote Ires, cioè sui profitti, scende
di 5 punti e mezzo, dal 33% al 27,5%, che si aggiunge alla significativa
riduzione dell’Irap dal 4,25% al 3,9%, queste misure si sommano, continua la
nota padronale, “al beneficio già realizzato con il taglio del cuneo fiscale”.
Ma i benefici per le imprese non finiscono qui, a queste misure di sostegno ai
profitti devono aggiungersi ulteriori sconti fiscali per l’impegno aziendale
nella ricerca.
Non solo la grande e media borghesia, anche
la piccola borghesia riceve dalla manovra finanziaria “semplificazioni e sgravi
fiscali” attraverso la previsione di una unica aliquota del 20% a
forfait che consentirà di essere esentati dall’Irap, di essere esclusi
dall’Iva e di non essere sottoposti a studi di settore.
Anche quest’anno, il
capitolo spese militari dopo l’incremento del 13% registrato l’anno scorso
continua a crescere: saranno previsti le necessarie coperture finanziarie per la
costruzione di una nuova e più grande base militare Usa a Vicenza, per il
mantenimento di uomini e mezzi nei Paesi colonizzati (Afghanistan, Libano, Irak,
ecc), per la formazione di 190 mila uomini pronti alla “proiezione rapida” nei
territori esteri di “interesse nazionale” nel quadro del Nuovo Modello di Difesa
e per assicurare la continuità al programma di caccia da combattimento europeo
Eurofighter.
Non mancano invece anche quest’anno i tagli alla pubblica
amministrazione, sono previsti tagli per il personale dal 5 al 10% a seconda dei
livelli, mentre per il 2008-2009 non sono previsti fondi per la copertura del
rinnovo dei contratti in scadenza il 31 dicembre di quest’anno, nei fatti viene
confermata la triennalizzazione. Per contro vengono previsti fondi, almeno 51
milioni di euro, per il finanziamento delle scuole private.
Una delle novità
della Finanziaria 2008 è il finanziamento della “tolleranza zero”, fatta propria
dal ministro dell’Interno Amato e chiesta con forza dai Sindaci di Firenze,
Bologna, Verona, ecc., di centrosinistra e di centrodestra, proprio per
rispondere con il pugno di ferro ad una inesistente “emergenza nelle città”
causata, secondo i mass media borghesi, da lavavetri, writer, Rom e
posteggiatori abusivi. Questa politica di “sicurezza” riceverà finanziamenti per
500 milioni di euro, inoltre il premier ha annunciato “un piano completo a
difesa dei cittadini che prevede un fondo di 100 milioni di euro per nuovi
mezzi” e “l’assunzione di migliaia di poliziotti”. Ne
siamo sicuri: dopo queste misure, le ordinanze dei sindaci saranno rispettate e
i “cittadini” non saranno più infastiditi nelle piazze e agli incroci da
sottoproletari e immigrati che tentano di sbarcare il lunario...
L'elemosina ai
proletari
A contorno di queste misure il governo ha predisposto una
serie di misure “compassionevoli” che non migliorano assolutamente le condizioni
di vita e di lavoro delle masse popolari e dei lavoratori, anzi tutto l’impianto
della Finanziaria è indirizzato contro gli interessi immediati e futuri del
proletariato.
Queste misure propagandistiche, a cui ne
siamo certi i partiti della sinistra di governo si aggrapperanno per spiegare il
loro sostegno a una Finanziaria e a un governo padronale, sono: un bonus di 150
euro per “le categorie economiche non autosufficienti”, uno sconto sull’Ici e
una detrazione dell’Irpef di una quota del canone d’affitto. Mentre il cosiddetto “piano casa” finanziato con 550 milioni di euro
sarà gestito, come ci informa l’Unità del 3 ottobre, da una “newco”
pubblico/privato per la costruzione di alloggi da affittare, quindi nessuna
politica di edilizia popolare pubblica, come ce ne sarebbe urgente bisogno, ma
una politica di sostegno alle imprese edili preoccupati per la crisi dei
subprime che comincia ad interessare l’Europa a partire dalla Gran
Bretagna. Infine, concluso lo pseudo-referendum, il consiglio dei ministri si
promette di approvare il 12 ottobre il Protocollo Damiano sulle pensioni e il
mercato del lavoro e il pacchetto sicurezza del ministro Giuliano
Amato.
Ripartire dal No di tante fabbriche
per costruire lo sciopero contro il governo
Con tutta evidenza siamo
ancora una volta in presenza di una manovra finanziaria di chiaro segno
padronale che, come è stato detto nelle assemblee operaie delle fabbriche
torinesi sul welfare, “protegge le rendite finanziarie e tartassa i lavoratori
dipendenti”. Una Finanziaria 2008 che, congiunta agli allegati a partire dal
Protocollo Damiano, necessita di una risposta di classe: lo sciopero generale
unitario e di massa, costruito sulla base di una piattaforma unificante, contro
il governo e il padronato.
In questa prospettiva il Partito di
Alternativa Comunista ha promosso, con altre forze, l'Assemblea del 12
settembre a Roma che ha deciso di organizzare una manifestazione nazionale per
il 24 novembre (daremo conto degli esiti dell'assemblea in un prossimo articolo)
e aderisce allo sciopero generale indetto dai sindacati
di base per il 9 novembre.