Partito di Alternativa Comunista

Solidariet

Solidarietà ai lavoratori in lotta della Jabil

che hanno occupato l’azienda!

 

Pdac Milano

Alternativa Comunista esprime piena solidarietà militante ai lavoratori della Jabil, che hanno deciso in questi giorni di rioccupare la fabbrica ad oltranza fino a che non otterranno delle risposte da Nokia.
In questi giorni di lotta siamo stati e saremo al vostro fianco, assieme con gli altri attivisti di No austerity che supportano la vostra lotta e a fianco di tutti quelli che verranno a sostenervi.

Alternativa comunista ha supportato la lotta degli operai Jabil dall’inizio ed eravamo presenti il 27 luglio del 2012 a difendere i cancelli della fabbrica dall’intervento della polizia che voleva aiutare i padroni a portare via i macchinari che ancora erano in fabbrica e al cui trasferimento i lavoratori si sono sempre opposti e continuano ad opporsi.

La lotta degli operai della Jabil non è l’unica di questo tipo oggi in Italia, anzi è molto simile per esempio a quella degli operai della Om carrelli di Bari. Il problema che i lavoratori devono affrontare è che di fatto non potranno vincere effettivamente nel sistema capitalista. Anche trovando un altro padrone che sia interessato alla produzione piuttosto che alla speculazione edilizia sull’area, il risultato sarebbe quello di farsi comunque sfruttare per far fare profitti al nuovo padrone, con l’insicurezza di quello che potrebbe succedere un domani nel caso anche questo dovesse decidere che può fare più profitti investendo da un’altra parte. In un’azienda dove vi sono delle serie difficoltà da parte dei lavoratori a far ripartire autonomamente la produzione a causa del tipo di merce prodotta (come sono appunto i casi della Jabil e dell’Om carelli) la soluzione non può che venire dalla nazionalizzazione dell’azienda e dall’intervento dello Stato che trovi le commesse.

Lo Stato però in questa lotta non è neutro, ma sta dalla parte dei padroni. Come si può portare allora la lotta della Jabil alla vittoria? La soluzione strategica e definitiva può venire solamente da un cambiamento radicale, da una rivoluzione sociale, dall’instaurazione di uno sistema economico socialista che tramite la pianificazione economica ridia un futuro produttivo allo stabilimento Jabil di Cassina. Ma questa prospettiva generale non può essere attesa passivamente: potremo costruirla solo se a partire da oggi lavoreremo a unire le lotte operaie (che le burocrazie sindacali cercano di dividere), se riusciremo a svilupparle su scala nazionale e a collegarle internazionalmente alla lotta del proletariato degli altri Paesi: dall'Egitto alla Siria, dalla Grecia al Brasile.

Ad oggi, la parola d’ordine che noi sosteniamo e che pensiamo possa mobilitare i lavoratori per cominciare a costruire questa prospettiva è quella dell’esproprio senza indennizzo delle fabbriche che delocalizzano e licenziano e la loro nazionalizzazione sotto controllo operaio!

Non un soldo per padroni e speculatori!

Uniamo tutte le lotte, a livello nazionale e internazionale!

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