Partito di Alternativa Comunista

Lo sciopero degli operai statunitensi ha un forte impatto sull'intera classe operaia mondiale di Roberto Aguiar

Lo sciopero degli operai statunitensi

ha un forte impatto sull'intera classe operaia mondiale

 

 

 

di Roberto Aguiar

 

 

 

Non si fermano gli scioperi degli operai statunitensi di General Motors (GM), Ford e Stellantis negli Stati Uniti. Le operaie e gli operai del settore automotive di tutto il mondo stanno inviando la loro solidarietà agli scioperanti.
In Brasile, gli operai della GM hanno organizzato un picchetto solidale che ha avuto, in poche ore, decine di migliaia di visualizzazioni sui social (1). Anche dall’Italia stanno arrivando comunicati di solidarietà degli attivisti sindacali del settore (2). In questa intervista, Luiz Carlos Prates detto Mancha, operaio della Gm in Brasile e dirigente del sindacato brasiliano Csp Conlutas, racconta la situazione delle fabbriche automobilistiche in sciopero. Mancha e la Csp Conlutas sono in contatto quotidiano con gli operai che stanno organizzando questi scioperi. A breve pubblicheremo anche contributi dei compagni statunitensi di Workers’ Voice, che stanno seguendo la lotta sul campo.

 

I lavoratori delle tre maggiori case automobilistiche degli Stati Uniti - GM, Ford e Stellantis - sono in sciopero da diversi giorni. Per la prima volta nella storia, la United Auto Workers (Uaw) ha organizzato uno sciopero simultaneo in tutti e tre gli stabilimenti. In un'intervista alla Cnn, il presidente dell'Uaw, Shawn Fain, ha dichiarato che le richieste sono legittime «a fronte dei forti profitti ottenuti dalle case automobilistiche negli ultimi anni». Le aziende si rifiutano di accogliere la maggior parte delle richieste.
Lo sciopero, considerato storico, è una delle più grandi interruzioni di lavoro degli ultimi decenni nel Paese. Sui social network del sindacato sono stati postati video di lavoratori che lasciano le fabbriche, innalzando cartelli tra gli applausi dei membri del sindacato.
Secondo il Wall Street Journal, lo sciopero coinvolge complessivamente circa 13.200 lavoratori. Gli stabilimenti dove lo sciopero ha avuto maggior impatto sono quello GM in Missouri (4.100 dipendenti), lo stabilimento Stellantis in Ohio (5.800 dipendenti) e lo stabilimento Ford in Michigan (3.300 dipendenti).
Lo sciopero degli operai statunitensi sta attirando l'attenzione di tutto il mondo. Si tratta di uno sciopero storico nel cuore dell'imperialismo. Per spiegare l'impatto economico e politico di questo sciopero, Opinião Socialista [settimanale del Pstu, ndt] ha intervistato Luiz Carlos Prates, detto Mancha, operaio metalmeccanico della GM in Brasile.

 

Lo sciopero è iniziato venerdì 15, dopo che le trattative con le aziende per il contratto si sono interrotte. Come funziona la contrattazione del lavoro negli Stati Uniti?

La contrattazione collettiva negli Stati Uniti si svolge ogni quattro anni. È il momento del rinnovo del contratto collettivo di lavoro. Lì tutti i contratti sono collettivi. Dove c'è un sindacato, le assunzioni vengono fatte quasi direttamente con i sindacati. Nell’ultimo periodo la direzione sindacale ha cercato di firmare un contratto con una delle più grandi case automobilistiche che servisse da punto di riferimento per altre trattative, dato che i contratti sono nazionali. Salari, condizioni di lavoro e clausole sociali si applicano in tutto il Paese, ovunque ci siano fabbriche sindacalizzate. È la prima volta che il sindacato utilizza questa tattica per negoziare il contratto collettivo con le case automobilistiche. Sta forzando le trattative simultanee con i tre maggiori marchi, che insieme producono più della metà dei 15 milioni di veicoli venduti ogni anno nel Paese.

 

Dalla crisi del 2008, i contratti collettivi sono stati declassati. Come è avvenuto questo processo?

Nel 2008, all'apice della crisi economica mondiale che ha portato ai fallimenti, anche l'industria automobilistica è stata colpita. La GM è fallita, il che ha indotto il governo statunitense a intervenire nell'azienda acquistando azioni, così come sono intervenuti nello stesso senso anche il governo canadese e lo stesso sindacato. Da quel momento in poi, con l'appoggio della burocrazia sindacale, hanno ristrutturato l’azienda e imposto una nuova condizione salariale, riducendo gli stipendi e tagliando i diritti sociali, come le pensioni e l'assistenza sanitaria per i pensionati. Questo accordo è stato imposto alle altre fabbriche. In questo modo GM è uscita dalla crisi, ma a costo di duri attacchi ai lavoratori, avvenuti con l'aiuto del sindacato, che ha sostenuto che era meglio pagare meno e garantire i posti di lavoro. Ma i licenziamenti sono arrivati lo stesso, compresa la chiusura di fabbriche di automobili in tutto il mondo.

 

L'attuale sciopero si lega con la ristrutturazione avvenuta nel 2008?

Negli ultimi anni la posizione del sindacato è stata quella di garantire la produzione delle aziende, con la scusa di garantire i posti di lavoro. Gli aumenti salariali sono stati esigui, ma nel 2019 c'è stato un miglioramento grazie a uno sciopero alla GM. Tra il 2017 e il 2018 sono emersi casi di corruzione all'interno del sindacato, con dirigenti corrotti in affari con le aziende, cosa che si è tradotta in denunce allo stesso sindacato, con l'arresto di alcuni leader. Questo ha portato i lavoratori a sostenere l'elezione diretta della presidenza e del consiglio dirigente del sindacato. Alle elezioni ha vinto l'attuale presidente, Shawn Fain, che si è opposto alla vecchia leadership. Ha vinto le elezioni promettendo una nuova stagione nel sindacato, fatta di lotte per recuperare le perdite precedenti, che hanno portato a una riduzione della qualità della vita dei lavoratori con l'imposizione di tagli salariali, lavoro temporaneo e intermittente.

 

Quali sono le principali rivendicazioni degli scioperi?

All’ordine del giorno vi è un aumento salariale del 46%, con un aumento immediato del 20% e altri quattro aumenti annuali del 5%, ciascuno nel corso dei quattro anni del contratto. Secondo il sindacato, questo aumento sarebbe equivalente all'aumento di stipendio dei dirigenti dell'azienda. Le case automobilistiche hanno guadagnato 250 miliardi di dollari negli ultimi 10 anni. Oltre all'adeguamento salariale, il sindacato chiede un meccanismo di protezione dei salari (scala mobile dei salari) a fronte dell'aumento dell'inflazione nel Paese. Chiede inoltre l'eliminazione dei due scaglioni salariali, mantenendo un solo scagliane per tutti i lavoratori, perché oggi i lavoratori più anziani sono pagati 30 dollari l'ora, mentre i più giovani 16 dollari l'ora. Il sindacato chiede il ripristino dei piani pensionistici e sanitari per i pensionati che sono stati cancellati. I lavoratori assunti prima del 2007 hanno ancora questi benefici. Quelli assunti da allora - la maggior parte dei lavoratori a ore - non hanno questo diritto. Le richieste includono anche la fine dei contratti temporanei; la riduzione della giornata lavorativa a 32 ore settimanali, con una settimana lavorativa di quattro giorni; un'equa transizione verso la produzione di auto elettriche, con la garanzia dei posti di lavoro e il mantenimento delle fabbriche. Tutte queste richieste vanno nella direzione opposta a quella praticata dalle aziende.
L'intenzione è quella di recuperare ciò che è stato perso dal 2008. E di fare progressi su altri terreni, come la riduzione della giornata lavorativa.

 

Con questo storico sciopero dei metalmeccanici possiamo dire che c'è un cambiamento in corso nella classe operaia statunitense?

C'è un processo di crescita delle lotte operaie negli Stati Uniti. Aumenta il numero di scioperi, come quelli degli operatori sanitari e dei lavoratori della produzione cinematografica di Hollywood. C'è un aumento della sindacalizzazione dei giovani e, in particolare, nei settori più precari, come stiamo vedendo nella lotta per la creazione di un sindacato per i lavoratori di Amazon. Lo sciopero unitario dei tre principali marchi automobilistici sta potenziando questo aumento delle lotte. Potrebbe influenzare altre aree degli Stati Uniti dove non ci sono sindacati. Quindi, oltre a essere uno sciopero storico, ha un grande potenziale a favore della classe operaia statunitense e mondiale.

 

Come è stato organizzato lo sciopero nelle case automobilistiche?

C'è un certo miglioramento dell'economia, un aumento delle vendite di automobili, che fa crescere i profitti e questo permette ai lavoratori di chiedere anche salari migliori, condizioni di lavoro dignitose e un'estensione dei diritti. Tanto che lo sciopero è stato approvato dal 97% dei lavoratori. Il sindacato ha anche dimostrato una maggiore organizzazione rispetto alle lotte degli anni precedenti. Ha adottato la tattica di fermare gli impianti di assemblaggio che producono parti importanti per altri impianti di assemblaggio. In questo modo, la produzione è stata bloccata e i 150.000 lavoratori rappresentati dal sindacato hanno aderito. Secondo i leader sindacali, questa tattica darà più slancio allo sciopero. Se i lavoratori delle fabbriche non ancora in sciopero vengono licenziati, lo Stato garantirà loro un sussidio di disoccupazione. Oggi gli operai lavorano senza un contratto collettivo di lavoro, scaduto giovedì 14 settembre. Il sindacato ha un fondo per lo sciopero di 8 milioni di euro. Il sindacato ha un fondo per lo sciopero di 825 milioni di dollari, che garantirà il pagamento di 500 dollari a settimana a ogni lavoratore che aderisce allo sciopero.

 

Qual è l'impatto politico ed economico dello sciopero?

Per la sua storia, la sua forza e le sue dimensioni, lo sciopero ha importanti conseguenze politiche ed economiche. L'anno prossimo si terranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e l'impatto dello sciopero ha già costretto il presidente Biden a dire che le richieste sono giuste, che le aziende hanno fatto molti profitti negli ultimi anni e che devono condividerli con i lavoratori. È importante ricordare che gran parte della base dei lavoratori statunitensi ha votato per Trump proprio a causa del deterioramento delle loro condizioni di vita, poiché il processo di ristrutturazione è avvenuto sotto l'amministrazione democratica di Barack Obama, il che ha portato al malcontento dei lavoratori nei confronti del Partito Democratico. Questo spiega la ricollocazione politica di Biden, imposta anche dalla radicalizzazione dei lavoratori. Per quanto riguarda l'impatto economico, è enorme. Se il movimento diventasse uno sciopero generale nelle case automobilistiche statunitensi, potrebbe causare una perdita di profitti fino a 500 milioni di dollari a settimana per ogni azienda, secondo un'indagine della Deutsche Bank.

 

Che impatto ha lo sciopero sulla classe operaia mondiale?

Per i lavoratori di tutto il mondo questo sciopero è di grande importanza. L'intero processo della cosiddetta globalizzazione dell'economia si è basato su un'industria internazionalizzata, con sfruttamento eccessivo, salari bassi e condizioni di lavoro precarie. Costringendo le aziende a imporre questo tipo di situazione anche nei loro Paesi d'origine. Quello che è successo negli ultimi decenni nel settore automobilistico è stata una ristrutturazione della produzione in tutte le aziende, con orari di lavoro flessibili, tagli ai salari e ai diritti dei lavoratori. Un settore che un tempo vantava molte conquiste è ora sotto attacco. Lo sciopero - la mobilitazione tutta - implica la possibilità di ribaltare questa situazione di sconfitte per la classe operaia. Sconfitte che sono state favorite dalla burocrazia sindacale, che ha negoziato accordi al ribasso e ha ceduto alle pressioni delle case automobilistiche, che le hanno ricattate con la minaccia di trasferire le fabbriche altrove. È una rivolta dei lavoratori statunitensi che ha un impatto enorme sull'intera classe operaia mondiale. Tanto che le case automobilistiche hanno presentato un'offerta molto migliore rispetto agli anni precedenti, ma ancora lontana dalle richieste dei lavoratori, che sono pronti a continuare la lotta.

 

Possiamo quindi dire che lo sciopero è contro il processo di ristrutturazione produttiva?

Sì. Lo sciopero è contro il processo di ristrutturazione e contro il sistema capitalistico, che, nella sua fase attuale, anche con i progressi della tecnologia, impone super-sfruttamento. In questa fase attuale del capitalismo, i sindacati hanno due opzioni: o si schierano con le imprese e approfondiscono il processo di ristrutturazione, modo di agire che noi chiamiamo sindacalismo concertativo, oppure si pongono in contrasto con questo processo e indicano una via d'uscita anticapitalista, socialista e rivoluzionaria. È questa seconda opzione che dobbiamo presentare alla classe operaia mondiale.

 

Lo sciopero può servire da esempio?

È già un esempio di lotta negli Stati Uniti e all'estero. È uno sciopero storico in termini di metodo di lotta, con le tre maggiori case automobilistiche che si sono unite. È la prima volta negli 88 anni di storia del sindacato dei lavoratori dell'auto che si verifica uno sciopero simultaneo. È storico perché mette in discussione uno dei pilastri centrali della ristrutturazione produttiva, cioè la divisione tra vecchi e nuovi lavoratori. Un processo che ha fatto un salto nel 2008, ma che va avanti da decenni con l'avvento del toyotismo, che porta alla competizione tra Paesi e tra gli stessi lavoratori, imponendo una riduzione dei diritti e dei salari come modo per attrarre investimenti. Lo sciopero va nella direzione opposta alla ristrutturazione, in quanto cerca di garantire salari migliori, impedire l'avanzata della precarietà e ampliare i diritti. Per questo è uno sciopero che serve da esempio a tutto il mondo. Da qui la necessità di costruire una leadership che non vacilli, che vada fino in fondo nell'affrontare e mettere in discussione il sistema capitalista, che è ingiusto e oppressivo.

 

Il 5° incontro della Rete sindacale internazionale di solidarietà e lotta si è svolto tra il 10 e il 12 settembre a São José dos Campos (SP). Si è discusso dello sciopero delle case automobilistiche statunitensi?

L'incontro della Rete sindacale internazionale di solidarietà e lotta ha riunito 42 rappresentanti di 21 organizzazioni e 17 Paesi di Europa, America, Africa, Asia e Medio Oriente e ha discusso le lotte in corso in tutto il mondo. Durante l'incontro si è discusso dello sciopero delle case automobilistiche statunitensi. Quando ci siamo riuniti, lo sciopero era ancora in fase di discussione, non era ancora stato lanciato. Abbiamo discusso dell'impatto dello sciopero sulla classe operaia mondiale. Abbiamo elaborato una mozione di sostegno e solidarietà, invitando la classe operaia mondiale a sostenere lo sciopero. Perché la vittoria di uno sciopero negli Stati Uniti contribuirebbe a rafforzare le lotte in tutto il mondo. Qui in Brasile, la Csp-Conlutas ha emesso una nota a sostegno dello sciopero e abbiamo anche firmato una nota congiunta con le altre confederazioni sindacali a sostegno dello sciopero, inviata al sindacato dei costruttori di automobili degli Stati Uniti. A nome della Csp-Conlutas, abbiamo registrato un video fuori dallo stabilimento GM di São José dos Campos a sostegno e in solidarietà con lo sciopero. Il video sta circolando e ha già avuto quasi 80.000 visualizzazioni su Twitter.

 

 

Note

1. La solidarietà degli operai della GM in Brasile https://twitter.com/Lfelizleon/status/1702421270380634510

2. La solidarietà di Roberto Tiberio, operaio Stellantis https://fb.watch/nezK7mU21p/

 

 

Fonte: www.pstu.org.br [sito del Pstu, sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale]

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