Bolivia: La crisi politica
Bolivia: La crisi politica è ancora aperta
(Correo Internacional, pubblicazione della Lit)
Bolivia: La crisi politica è ancora aperta
(Correo Internacional, pubblicazione della Lit)
LOTTIAMO UNITI CONTRO IL GOVERNO PRODI,
NEMICO DEI LAVORATORI IMMIGRATI E ITALIANI!
Il governo Prodi si conferma un governo nemico degli immigrati.
L’attacco nei loro confronti ha assunto dimensioni clamorose nell’ultimo periodo: a partire dalle misure repressive messe in atto nei confronti dei lavavetri da giunte locali di centro-sinistra a Bologna ed a Firenze, passando per la politica repressiva del sindaco “democratico” Veltroni a Roma nei confronti dei rom (confinati in veri e propri lager fuori dall’anello cittadino), ciò che il governo sta facendo è attaccare violentemente gli immigrati, cercando innanzitutto di impedirne l’organizzazione.
Turchia: il crocevia fra un crescente nazionalismo e la lotta "laica"
Devrim Isci (*)
Le discussioni a proposito delle elezioni presidenziali hanno provocato una crisi politica. Adesso la Turchia si trova chiamata alle urne per le elezioni anticipate.
Palestina
A cosa corrispondono gli scontri fra Hamas ed Al Fatah?
dal Correo Internacional della Lit (*)
La situazione nei territori palestinesi si è
acuita con lo scontro fra le due organizzazioni di maggior peso. Hamas ha preso
il controllo della Striscia di Gaza ed ha espulso le forze di Al Fatah, mentre
il Presidente dell'Amministrazione Nazionale Palestinese (Anp), Mahmud Abbas,
massimo dirigente di Al Fatah, ha fatto un colpo di Stato di fatto, espellendo
Hamas dal governo.
G8: come il capitale conserva il proprio dominio
L’ennesima dimostrazione della natura classista delle “democrazie” occidentali
di Claudio Mastrogiulio
“Si è svolto a Rostock, in Germania, l’incontro tra gli 8 grandi della Terra in cui sono stati stanziati 60 mld di dollari per l’Africa e si sono stabilite politiche di contenimento per il surriscaldamento del pianeta. Purtroppo vi è anche da registrare l’aggressione dei manifestanti contro le forze dell’ordine”. Così avremmo scritto se, come tutto il giornalismo italiano, fossimo stati amanti dell’acre sensazione di trovare il nostro nome a libro paga di qualche padrone.