A MODENA FIAT SIGNIFICA REPRESSIONE
...MA LA LOTTA NON SI FERMA!
L'applicazione del modello
Pomigliano a tutte le aziende del gruppo Fiat non ferma la lotta operaia a
Modena. A Modena sono più di 5000 gli operai impiegati nel
gruppo Fiat: Maserati, Ferrari, Fiat New Holland. Dopo l’uscita da
Confindustria e la disdetta in tutte le aziende del gruppo degli accordi
sindacali, per i 5200 lavoratori della Fiat di Modena è arrivato il famigerato
“modello Pomigliano”: turni massacranti, sabati comandati, peggioramento delle
condizioni di lavoro, messa in discussione persino del diritto di sciopero. La
stessa esistenza dello stabilimento Maserati di Modena è appesa a un filo: con
il trasferimento di gran parte della produzione allo stabilimento di
Grugliasco, per gli operai della fabbrica si prospetta addirittura la chiusura
della fabbrica.
Alla Ferrari di Maranello, fiore all’occhiello dell’azienda, gli operai lo scorso autunno hanno proclamato uno sciopero prolungato che ha avuto un’altissima adesione. Il 21 dicembre, i sindacati complici di Marchionne, Fim e Uilm, hanno convocato una consultazione-farsa delle Rsu del gruppo Fiat a Modena sul contratto di primo livello firmato separatamente da Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Sindacato quadri. I delegati Rsu Fiom non hanno partecipato al voto ma la cosa significativa è che, nonostante questo, i no sono prevalsi rispetto ai sì! Fim e Uilm provinciali, non accettando lo smacco subito, hanno riconvocato il giorno dopo il referendum-farsa, direttamente sui luoghi di lavoro (al fine di costringere i delegati a partecipare al voto e votare favorevolmente). Ma, se questo ricatto ha funzionato in Fiat Cnh e alla Maserati, alla Ferrari i delegati Fim e Uilm ancora una volta a maggioranza hanno bocciato l’accordo.
Gli operai della Ferrari non si arrendono all'applicazione del modello Pomigliano e, oltre a diffidare l'azienda dall'applicazione del modello Pomigliano in Ferrari, hanno rilanciato la lotta, proclamando (con il sostegno della Fiom provinciale) lo sciopero di tutto lo straordinario comandato (sabato 11, martedì 14, giovedì 16 e sabato 18 febbraio). Puntuale, è arrivata ancora un volta la repressione: il compagno Michele Adorni, delegato Fiom in Ferrari (ora ex delegato, dopo l'applicazione del famigerato modello Pomigliano che esclude i sindacati non firmatari dalla rappresentanza sindacale), ha ricevuto una pretestuosa e intimidatoria lettera di contestazione disciplinare, con due giorni di sospensione dalla retribuzione. Un pesante provvedimento disciplinare che viene dopo la sospensione (parimenti pretestuosa e a fini intimidatori) di un altro delegato Fiom in Ferrari (Elvis Fischetti) e il licenziamento di Francesco Ficiarà in Fiat Cnh: il giudice del lavoro ha dichiarato nullo il licenziamento di Ficiarà ma l'azienda si è rifiutata di farlo rientrare in fabbrica.
La sezione di Modena del Partito di Alternativa Comunista esprime piena solidarietà militante al compagno Michele Adorni, vittima della repressione padronale, così come agli altri operai del gruppo Fiat che subiscono intimidazioni da parte dell'azienda. Sosteniamo lo sciopero degli straordinari comandati dei metalmeccanici e, al fianco degli operai in sciopero, respingiamo l'applicazione del modello Pomigliano in Fiat. Ora e sempre, resistenza operaia!
Pdac Modena
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