Vicenza e la lotta contro la base Dal Molin
Il parco della merda
Chi aveva ragione?
di Pdac Vicenza
Nel
settembre 2010 scrivevamo nel nostro sito un articolo dal titolo "Dal Molin: Non c'è nulla da festeggiare. Un parco della pace
intorno alla base di guerra".
In quei tempi eravamo l'unico partito
della sinistra che, accanto al piccolo ma determinato "Comitato degli abitanti e lavoratori di
Vicenza Est", denunciava pubblicamente e senza opportunismi la
svendita della lotta contro la guerra e contro la costruzione della nuova base
militare di Vicenza. In
certe situazioni, dicevamo, vedere “il bicchiere mezzo pieno” può anche essere
una buona qualità personale e può aiutare nelle difficoltà quotidiane. In altre
situazioni, però, il voler vedere a tutti i costi il “bicchiere mezzo pieno”
può significare la scelta di non affrontare una realtà negativa, o una
sconfitta e questo stava accadendo a numerosi attivisti del movimento No Dal
Molin che in quel periodo plaudivano ai
proclami dei “disobbedienti” che gestivano il presidio permanente i quali,
facendo eco al sindaco del Pd Achille Variati e a Cinzia Bottene (consigliere
comunale), annunciavano come una esaltante vittoria la costruzione del
cosiddetto Parco della Pace, posto proprio a fianco della grande base di
guerra, i cui lavori stavano già allora procedendo speditamente (e la cui
costruzione ora è ormai terminata)
Avevamo, allora, scritto e
affermato pubblicamente che questa svendita era un’operazione partita in grande stile
prima e subito dopo l’elezione di Variati (anche con l’inganno del referendum
per affossare le mobilitazioni) ed è proceduta per tappe, con pubbliche e
colorate azioni mediatiche che gridavano contro la base e contro la guerra,
affiancate da ristretti incontri a porte chiuse nei quali gli argomenti
trattati erano invece elezioni, pacificazione, compensazioni e che “il sindaco,
inoltre, invocava per la città di Vicenza la 'riconciliazione', continuando a
trovare nel gruppo dirigente del presidio ottimi collaboratori per questo fine."
Abbiamo denunciato che il movimento
contro la guerra e contro la costruzione della base era stato "svenduto"
alle compatibilità e agli scambi istituzionali, e che grazie a ciò c'era chi
stava guadagnando spazi sociali da gestire (infatti ora esiste in città il
centro "bocciodromo"
gestito dai disobbedienti dell’ex presidio permanente) e qualcun altro
guadagnava la possibilità di procedere con la costruzione della più grande base
di guerra in Europa, in una città pacificata.
Eravamo
certi, scrivemmo allora, che “anche i generali Usa con le loro famiglie saranno
felici di poter tranquillamente godere di questo nuovo parco della Pace… in
quel clima di pacificazione tanto auspicato dal sindaco”.
Sono
passati due anni. E proprio adesso viene pubblicata una canzone che ci ha fatto
pensare. Anche la musica, come tutte le altre forme dell’arte, può essere
strumento di denuncia e può diventare strumento di verità. Per questo motivo
vogliamo diffondere questo brano ("Il Parco della merda") cantato dall’“Osteria
Popolare Berica”, un gruppo noto localmente, che, al ritmo della musica e con
ironia graffiante, raccoglie e denuncia l’amarezza di chi non ci sta a
considerare il Parco della Pace di Vicenza come una vittoria. E' una canzone
che dedichiamo a chi ancora crede che la lotta contro le basi imperialiste e
contro le loro guerre, a differenza di quanto ci ha voluto raccontare qualcuno,
non è finita.
CLICCA QUI PER SENTIRE LA CANZONE DEDICATA AL PARCO DELLA PACE VICINO ALLA BASE DI GUERRA
http://osteria-popolare-berica.bandcamp.com/track/il-parco-della-merda