Malagrotta: il capitalismo brucia
Pdac Roma
Ieri 15 giugno, nel tardo pomeriggio, è scoppiato un grande incendio all'interno della tristemente nota discarica di Malagrotta, collocata nella zona ovest di Roma, a pochi km dall'aeroporto di Fiumicino.
Alcuni capannoni per il trattamento dei rifiuti, collocati nell'area in cui si trova il gassificatore mai entrato in funzione, hanno preso fuoco.
Il rogo in serata si è propagato anche nella seconda linea del trattamento meccanico e biologico, coinvolgendo la cosiddetta vasca di contenimento dei rifiuti e facendo innalzare una nube di fumo altissima, un inquietante fungo ben visibile anche a chilometri di distanza.
Nei fatti, le zone limitrofe a Malagrotta - e in generale tutta la città di Roma - si sono trovate a gestire tre emergenze in una: l'incendio con tutta la sua drammatica pericolosità, la diossina emessa dai rifiuti in fiamme specialmente quelli di natura plastica e la gestione dei rifiuti che subirà un forte contraccolpo in una situazione già compromessa da anni.
Tutto ciò è il frutto della gestione privatistica dei rifiuti, basata esclusivamente sul profitto dei soliti noti, con il supporto della criminalità organizzata, uno dei tentacoli del capitalismo. Una gestione che da anni sta mettendo sotto scacco un intero quadrante della città sul tema dell'inquinamento e della devastazione ambientale.
L'incendio di Malagrotta è nei fatti l'ennesimo disastro ambientale, di dimensioni incalcolabili, di cui subirà tutte le conseguenze una intera popolazione, costretta in queste ore a rimanere chiusa in casa per mitigare il danno a cui inevitabilmente è sottoposta.
Sulla pelle e sulla salute probabilmente compromessa di migliaia di cittadini, oggi alcuni affaristi criminali continuano a sfregarsi le mani, in previsione della battaglia politica per la costruzione e l'avvio dei nuovi termovalorizzatori sul territorio romano.
È ora che la popolazione di Valle Galeria insorga, facendo appello all’unità con tutti i lavoratori e le lavoratrici di Roma, a partire proprio dai lavoratori dell'Ama (azienda municipalizzata della raccolta dei riuniti) e da coloro che svolgono le attività nel sedime aeroportuale di Fiumicino e che stamattina, drammaticamente, stanno vivendo il danno causato dalla tossicità dei fumi che si sono riversati in tutta la zona.
È tempo di organizzare insieme uno sciopero generale cittadino, che metta all'ordine del giorno l'esproprio della gestione privatistica e predatoria dei rifiuti, senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori e dei comitati di quartiere.
(Roma, 16.06.22)