La battaglia di Alternativa
Comunista.
Quattro
buoni motivi per iscriversi
Il Partito di Alternativa Comunista non ha la pretesa di
essere, già oggi, quel partito rivoluzionario che serve urgentemente ai
lavoratori. E' necessario un lavoro paziente di costruzione, di radicamento, che
però va iniziato oggi, non attendendo passivamente, non illudendosi che la
soluzione verrà dalle finte "svolte a sinistra" dei dirigenti riformisti e
governisti.
Serve un partito radicato tra le masse, che elevi la coscienza dei lavoratori
attivi politicamente fino alla comprensione della necessità di abbattere questo
sistema economico e sociale, che stia in ogni lotta e in ogni mobilitazione per
svilupparla in una prospettiva rivoluzionaria. Per questo fine ambizioso non è
sufficiente un partito comunista in Italia: serve un'internazionale
rivoluzionaria. Ecco perché il Pdac, con tanti altri partiti nei diversi
continenti, aderisce alla Lega Internazionale dei Lavoratori (Lit) che si pone
il compito di costruire la Quarta Internazionale.
1. Perché il
capitalismo non ha nulla da offrire all'umanità: solo crisi, guerre,
miseria, distruzione dell'ambiente. Cassa integrazione, licenziamenti,
disoccupazione, precarietà: sono parte integrante di questo sistema economico.
Eppure già oggi un diverso sistema sociale, basato su un'economia pianificata in
base alle esigenze della stragrande maggioranza dell'umanità, consentirebbe di
eliminare su scala internazionale la fame e la disoccupazione, di ridurre a
poche ore la settimana lavorativa. Ma questo significherebbe, per capitalisti e
banchieri, perdere la principale fonte dei loro profitti: per questo vogliono
scaricare sulle spalle dei lavoratori e dei giovani i costi della loro crisi,
per questo continuano ad essere terrorizzati dal comunismo.
2. Perché solo i
lavoratori possono costruire un'economia diversa, in grado di garantire
a tutti una vita dignitosa. Oggi restano solo due strade: o il capitalismo in
crisi trascinerà l'umanità in nuove guerre, o i lavoratori prenderanno nelle
loro mani la direzione dell'economia. Ai capitalisti - qualche centinaio di
famiglie in tutto il mondo - conviene intraprendere la prima strada; per la
maggioranza dell'umanità significherebbe il disastro. E per questo che è
necessario e urgente che i lavoratori si organizzino sulla base di un programma
di indipendenza di classe dalla borghesia e dai suoi governi, per attuare
l'occupazione delle fabbriche e l'esproprio delle aziende in crisi sotto
controllo dei lavoratori; l'esproprio delle banche private e la creazione di
un'unica banca di Stato; l'abolizione del segreto commerciale; ecc.
Un
simile programma può essere imposto solo da un governo dei lavoratori, che dia
agli sfruttati di oggi il controllo della società, che costruisca un'economia
più razionale, volta alla soddisfazione dei bisogni sociali e non più basata sul
profitto di pochi. Un'economia socialista.
3. Perché i partiti
borghesi, di centrodestra o di centrosinistra, non rappresentano gli interessi
dei lavoratori. Oggi il governo Berlusconi sta sferrando uno dei più
pesanti attacchi ai diritti dei lavoratori che la storia del dopoguerra ricordi:
prosegue nello smantellamento e nella privatizzazione dei servizi pubblici,
Scuola e Sanità, Trasporti. E' un governo reazionario, che necessità una
risposta forte da parte dei lavoratori: bisogna costruire un grande sciopero di
massa e ad oltranza fino alla sua cacciata. Ma occorre sapere che una
alternativa per i lavoratori non verrà certo dal Pd di Bersani, cioè dal
centrosinistra che negli anni scorsi ha portato avanti analoghe politiche di
attacco ai diritti di lavoratori, precari, donne, immigrati.
In ogni ambito,
dalla guerra sociale contro i lavoratori alla guerra militare contro il popolo
afghano, non vi è differenza sostanziale tra le politiche dell'attuale governo
di centrodestra e quelle del precedente governo di centrosinistra. I due poli
dell'alternanza, pur con il sostegno di settori differenti del grande capitale,
rispondono agli interessi di chi accumula profitti. Per questo i lavoratori
hanno necessità di lottare contro Berlusconi nella piena autonomia di classe
dall'altro schieramento padronale. Altrimenti si continuerà a passare dalla
padella alla brace, da un governo padronale di centrodestra a un governo
padronale di centrosinistra: come è già successo più volte, con effetti
sperimentati.
4. Perché una
prospettiva di autonomia di classe del mondo del lavoro dalla borghesia e dai
suoi governi richiede la costruzione di un'altra sinistra, rivoluzionaria, di un
altro partito comunista. Questo è il progetto in cui sono impegnati i
militanti di Alternativa Comunista. Disponibili all'unità d'azione nelle lotte
con le altre forze di sinistra ma consapevoli della subalternità dei dirigenti
di Rifondazione Comunista e del Pdci che hanno governato (contro gli interessi
dei lavoratori) fino a ieri col Pd, che continuano a governare col Pd in tante
città e regioni, che ancora oggi, di fronte al disastro che hanno provocato a
sinistra, lavorano per ricucire una alleanza di governo nazionale col Pd per il
post-Berlusconi. E' un fatto: i Ferrero e i Diliberto cercano di rientrare nel
gioco dell'alternanza, guadagnando ancora una volta qualche poltrona in un
futuro governo dei banchieri. Noi sosteniamo invece che il vero fronte comune
che serve è quello di tutti i lavoratori, nativi e immigrati, insieme a precari,
disoccupati e studenti, per cacciare Berlusconi ma non a favore di un nuovo
governo di centrosinistra: per un governo dei lavoratori, che faccia davvero gli
interessi dei lavoratori.