Sciopero del 15 aprile: “la
giornata della collera”
LAVORATORI NATIVI E IMMIGRATI UNITI
NELLA STESSA LOTTA:
CONTRO IL CAPITALISMO
il volantino del Pdac per le
manifestazioni del 15 aprile
I sindacati di base Cub, Si.Cobas, Usi e
altre sigle hanno proclamato uno sciopero di 24 ore per la giornata del 15
aprile. E’ uno sciopero che è stato richiesto dai coordinamenti di lotta degli
immigrati, in primo luogo dal Comitato Immigrati in Italia. I lavoratori
immigrati subiscono, nel sistema capitalista, una doppia oppressione: non solo,
come tutti gli altri lavoratori, sono costretti a ritmi di lavoro massacranti in
cambio di salari sempre più miseri, ma subiscono anche, sulla loro pelle, la
discriminazione razziale.
Il capitalismo in crisi scarica sulla parte
più ricattabile della classe lavoratrice e sui lavoratori immigrati (che hanno
necessità di un contratto per non diventare clandestini perseguibili per legge)
i costi della crisi. Nel momento in cui si acuiscono le contraddizioni del
sistema (come nel caso della crisi economica attuale), la ricerca del capro
espiatorio è uno degli sport preferiti dei padroni: per preservare i loro
profitti miliardari, non esitano a licenziare milioni di operai, a inasprire i
ritmi di lavoro, a scatenare guerre (è il caso, da ultimo, della guerra in
Libia), a fomentare fenomeni di discriminazione razziale.
Si tratta di politiche che riguardano tanto
i governi di centrodestra come quelli di centrosinistra. Il governo Berlusconi
espelle migliaia di immigrati che sbarcano sulle coste italiane, trasforma in
reato il fatto stesso di essere "extracomunitari", tace sulla morte di 250
immigrati. Non diverso, nella sostanza, è stato l’operato del governo Prodi. E’
all’ombra del governo di centrosinistra che si sono stretti i primi accordi con
la Libia di Gheddafi per impedire l’arrivo di immigrati africani nel nostro
Paese (migliaia di giovani sono stati torturati nelle prigioni libiche). E'
stato il ministro di un governo di centrosinistra (Amato) a estendere i decreti
di espulsione a Rom e Sinti. E' stato un governo di centrosinistra (col sostegno
delle forze della sinistra riformista, inclusa Rifondazione Comunista) a
istituire, con la Legge Turco-Napolitano, i Centri di reclusione per gli
immigrati. I governi di entrambi gli schieramenti rappresentano gli interessi di
una stessa classe sociale: la classe degli sfruttatori, cioè dei capitalisti e
dei banchieri.
Affinché la lotta degli immigrati sia
vincente, è necessario che riceva l’appoggio dei lavoratori autoctoni. I
proletari di tutte le nazionalità devono prendere coscienza del fatto che la
lotta è unica. contro lo stesso nemico: il capitalismo e i suoi governi. Anche
per questo, nel scendere in piazza al fianco dei lavoratori immigrati,
Alternativa Comunista, Sezione italiana della Lit-Quarta Internazionale, guarda
alle rivoluzioni che stanno attraversando i Paesi arabi: dalla Tunisia alla
Libia, dall’Egitto alla Siria, il contagio rivoluzionario non si arresta. Nostro
compito è quello di costruire un partito internazionale che possa trasformarle
in rivoluzioni vittoriose abbattendo i regimi borghesi e dando vita a governi
operai.
E’ guardando a quelle rivoluzioni che
sosteniamo questo sciopero, nella consapevolezza, tuttavia, che non bastano
scioperi frammentati per respingere l’attacco padronale. Ora più che mai è
urgente l’unificazione di tutte le vertenze in un grande sciopero generale a
oltranza che possa piegare governo e Confindustria. E’ necessario superare la
frammentazione delle lotte e costruire tra i lavoratori, nativi e immigrati, la
consapevolezza di appartenere a un'unica classe di sfruttati che lottano contro
gli sfruttatori.
Per la piena parità di diritti tra
lavoratori immigrati e italiani, a partire dal diritto di voto!
Per
l’abolizione dei Centri di Identificazione e per l’abolizione del reato di
clandestinità!
Per la parità di salario e di condizioni lavorative tra
lavoratori immigrati e italiani!
No ai governi di centrodestra e
centrosinistra! Per un governo dei lavoratori!