TERREMOTO IN EMILIA ROMAGNA:
ALTRE VITTIME OPERAIE
Solidarietà alle famiglie delle vittime del terremoto:
ma non è solo una “catastrofe naturale”
Le sezioni di Modena e Ferrara del Partito di Alternativa Comunista esprimono la loro solidarietà alle famiglie delle vittime del terremoto nelle nostre province. Il terremoto è una catastrofe naturale, ma crediamo che ci siano precise responsabilità politiche in questa tragedia. Ancora una volta, come già all’Aquila, le vittime sono innocenti: in questo caso, operai che lavoravano di notte in strutture inadeguate. Padroni e padroncini non si fanno scrupoli nel risparmiare sulla sicurezza e sulla qualità dei luoghi di lavoro ai fini del profitto: come si spiega altrimenti il fatto che strutture relativamente recenti si siano accartocciate su sé stesse? Se anziché di notte la scossa si fosse verificata di giorno durante un turno lavorativo si sarebbe verificata una strage: e il pericolo non è ancora scongiurato.
Le scuole sono state chiuse, dal nido alle superiori (per prevenzione in caso di nuove scosse), ma le fabbriche no: come sempre il profitto padronale è più importante di qualunque tragedia. Si tratta della solita ipocrisia e del solito allarmismo di che parla di sicurezza sempre dopo le tragedie e non fa niente per prevenirle: il valore di una vita umana viene azzerata se si trova a competere con le istituzioni e gli interessi economici.
Chi
afferma che la zona della bassa modenese e ferrarese solo di recente è stata
dichiarata zona sismica (questo ha dichiarato il presidente del Consiglio
nazionale degli ingegneri) mente sapendo di mentire: la zona da anni è
considerata sismica! Soprattutto, è ipocrita il cordoglio di Monti, degli altri
ministri e del presidente della repubblica Napolitano. Le leggi in vigore, di
cui loro sono i rappresentanti, hanno allentato i vincoli sulla sicurezza sui
luoghi di lavoro: queste vittime operaie sono anche sulla loro coscienza.
Non
solo. In questa zona, che da tempo è certificata come zona a rischio sismico,
il governo Berlusconi prima e il governo Monti poi hanno sostenuto la
realizzazione di un megadeposito sotterraneo di gas metano (nella zona di
Rivara, a pochi Km da Finale Emilia, epicentro del terremoto). Solo il ritardo
nella realizzazione dei lavori, ritardo determinato dalla resistenza degli
abitanti del territorio, ha impedito il peggio.
Un sistema economico e sociale che non è in grado di limitare i danni delle catastrofi naturali è un sistema putrefatto e irrazionale. L’unica legittima commemorazione delle vittime è quella che va di pari passo con la lotta per un sistema più giusto, in cui la tutela di chi lavora venga prima dei profitti di pochi.
21 maggio 2012
Pdac Modena
Pdac Ferrara