VAL DI SUSA:
NON FINISCE
QUI!
di Stefano
Bonomi
(di ritorno dal presidio No
Tav)
Ora e sempre resistenza. E’ questa l’aria
che si respira nei comitati No Tav della Val di Susa. Da domenica la lotta
contro l’avvio dei lavori della Tav si è fatta dura, anzi durissima. I
lavoratori e i giovani della Val di Susa, con il prezioso supporto di
simpatizzanti solidali giunti da tutta Italia, non hanno intenzione di
arrendersi: il pesante dispiegamento di forze repressive (polizia ed esercito)
da parte del governo non ha intimorito i manifestanti, nonostante le pesanti
cariche e il lancio di lacrimogeni.
Le giornate di sabato e domenica sono state
giornate di mobilitazione generale, in vista dell’annunciato avvio dei lavori.
Domenica sera una bella manifestazione, partita dalla stazione di Chiomonte, ha
fatto sentire la determinazione a resistere dei comitati No Tav. Come previsto,
la mattina di lunedì è stata una mattina di duri scontri con la polizia, che è
riuscita, ma non facilmente, a sgomberare il presidio del cantiere della
Maddalena a suon di manganellate e lancio di lacrimogeni. I manifestanti hanno
organizzato una dura resistenza, che ha saputo reggere lo scontro con migliaia
di poliziotti in assetto antisommossa: è la dimostrazione che, con la lotta, i
giovani e i lavoratori imparano l’arte dell’autodifesa proletaria.
La protesta si è estesa anche nelle
fabbriche del territorio, dove la Cub ha proclamato lo sciopero generale del
privato. In molte fabbriche le Rsu si sono unite, spontaneamente, allo sciopero,
esprimendo solidarietà ai manifestanti brutalmente sgomberati dal presidio.
Alcuni manifestanti hanno bloccato le strade provinciali vicino al cantiere,
dando vita a manifestazioni spontanee sostenute dalla popolazione locale.
Mentre scriviamo, i manifestanti si sono radunati a Bussoleno, per
organizzare le prossime tappe della mobilitazione. Gli scontri di questi giorni
non sono una sconfitta: i lavoratori e i giovani No Tav della Val di Susa hanno
imparato, una volta di più, a opporre alla violenza organizzata dello Stato
borghese (forte di migliaia di agenti in assetto di guerra) l’organizzazione e
la lotta ad oltranza. Dietro l’affare della Tav si celano gli interessi di un
pugno di investitori che non esitano a distruggere l’ambiente per i propri
guadagni miliardari, sostenuti ieri dal governo di centrosinistra (dove sedeva
comodamente anche Ferrero, che ora esprime solidarietà con questa lotta), oggi
dal governo delle destre. Ma, per questi signori, sarà düra! La lotta,
in Val di Susa e non solo, continua.