LO SCIOPERO E LE MANIFESTAZIONI DEL 17 NOVEMBRE
La partecipazione di PC Rol
venerdì 17 novembre, nelle principali città d'Italia,
avrà luogo lo sciopero del sindacalismo di base e di alcune realtà di movimento
contro la Finanziaria che il governo Prodi sta approvando in questi giorni in
parlamento.
Progetto Comunista-Rifondare l'opposizione dei lavoratori, che
già ha avanzato alle forze del sindacalismo di base e alla sinistra radicale la
proposta di indizione di una vera e unitaria manifestazione di lotta contro la
politica rapinatrice di questo governo (ben riassunta nel testo della
Finanziaria), pur valutando negativamente lo spezzettamento locale della
protesta e la mancata convocazione di una unica e centrale manifestazione contro
questa Finanziaria -obiettivo che continueremo a sostenere anche dopo il 17
novembre- aderisce alle manifestazioni e invita in piazza tutti i suoi
simpatizzanti e sostenitori.
ROMA Porta Pia ore 9,30
MILANO - Piazzale Cadorna ore 9,30
TORINO - Piazza Arbarello ore 9,30
GENOVA - Piazza De Ferrari ore 9,30
BOLOGNA - Piazza XX Settembre ore 9,30
CAGLIARI - Piazza Garibaldi ore 10.00
PADOVA - Stazione F.S ore 9,30
NAPOLI - P.zza S.Francesco (Porta Capuana) ore 9,30
FIRENZE - Piazza San Marco ore 9,30
PERUGIA - Piazza Partigiani ore 9.30
FOGGIA - Piazza XX Settembre ore 9,30
BARI - Piazza Prefettura ore 9,30
BRINDISI - Piazza della Vittoria ore 9,30
LECCE - Piazza Libertini (Poste Centrali) ore 9,30
TARANTO - Via Anfiteatro - Prefettura ore ore 10.00
CATANZARO - Piazza Monte Grappa (Giardinetti) ore 9,30
ANCONA - Piazza Diaz ore 9,30
TRIESTE - Piazza Borsa ore 9,00
PALERMO - Piazza Croci ore 9,30
sciopero generale contro il governo dei padroni! Basta coi sacrifici! Per un governo dei lavoratori!
Le linee generali di politica estera, economica e sociale del governo esplicitate fin dall'inizio della legislatura non lasciano dubbi sulla natura padronale e antioperaia dell'esecutivo di centrosinistra; se differenze emergono, nel metodo e nel merito, con il precedente governo di centrodestra, in politica estera come in quella economica e sociale, sono da ricondurre a diversi interessi interni al blocco borghese dominante e ai loro referenti internazionali.
Mentre il Dpef per il 2007-2011, varato all'inizio della scorsa estate, esprimeva le linee generali di politica economica e sociale, la manovra finanziaria per il 2007 che si apprestano ad approvare in parlamento rappresenta l'esplicazione fattuale di quelle linee. In politica estera, mentre la conferma della missione militare in Afghanistan rappresenta l'elemento di continuità con il precedente governo Berlusconi, la missione militare in Libano indica l'entrata in campo da protagonista dell'imperialismo italiano, concertata con i partner europei, in un quadro di competizione e collaborazione con l'imperialismo statunitense.
Il partito del presidente della camera Bertinotti e del ministro Ferrero (il Prc) ha svolto egregiamente il ruolo assegnatogli, aggiornando quanto di più negativo ha espresso nel recente passato il partito di Togliatti e Berlinguer: il mito del "partito di lotta e di governo". Proprio nel governo e in parlamento, tutti gli esponenti del Prc hanno votato le missioni belliche dell'imperialismo italiano e nel contempo, sulla loro stampa, hanno illuso i lavoratori spacciando la Finanziaria per "equa e solidale"; e quando questa ha raggiunto, assieme alla manovrina d'estate, la cifra di 46 miliardi di euro, il Prc ha balbettato che era li per "limitare i danni". Ma è nelle piazze che il "partito di lotta e di governo" ha raggiunto il massimo dell'ipocrisia quando, per bocca del suo segretario, Giordano, ha affermato che "la manifestazione del 4 novembre non è stata né contro né a favore del governo", come se i precari fossero scesi a manifestare contro il destino cinico e baro.
Come la sinistra di governo (Prc, Pdci, Verdi, sinistra Ds) anche il sindacalismo concertativo (Cgil, Cisl e Uil) ha mantenuto un atteggiamento congruo al ruolo assegnatogli. Questi sindacati dopo aver ingoiato il taglio del cuneo fiscale alle imprese, l'aumento delle spese per le missioni militari all'estero, l'aumento dei contributi pensionistici a carico dei lavoratori, i tagli strutturali a carico dei settori del Pubblico impiego, Scuola, Sanità ed Enti locali, con l'accordo del 23 ottobre con Confindustria e governo realizzano lo scippo definitivo del Tfr e il lancio dei Fondi Pensione a partire da gennaio. Tutto questo dopo che con la firma del Memorandum d'intesa ponevano le basi per lo smantellamento della previdenza pubblica (aumento dell'età pensionabile e revisione dei coefficienti, ossia un nuovo taglio del 6-8 % delle pensioni che si aggiunge al taglio già operato col sistema contributivo). Infine per depotenziare la lotta del pubblico impiego sabato 4 novembre firmavano un accordo col governo sulla base di un emendamento da introdurre in Finanziaria che preveda le risorse per i contratti pubblici.
A fronte di questo quadro abbiamo ritenuto e riteniamo necessaria la presenza di un'opposizione di classe -politica, sindacale e sociale- in questo paese. Da qui non solo la nostra separazione politica e di responsabilità dal partito di Bertinotti e Giordano e l'avvio della fase costituente di un nuovo partito comunista d'opposizione, ma anche il nostro appello al sindacalismo non concertativo per la costruzione unitaria dello sciopero generale contro il governo e il padronato sulla base di una piattaforma unificante di tutto il lavoro salariato, dei disoccupati e degli immigrati.
Lo sciopero del 17 novembre poteva essere un primo appuntamento di lotta di questo percorso unitario, ma non ha avuto quella necessaria preparazione unitaria nei luoghi di lavoro, nelle categorie, nei territori. Nei fatti ogni organizzazione sindacale, firmataria dell'appello allo sciopero, ha proceduto secondo modalità organizzative sue proprie, in una logica di autosufficienza organizzativa.
La stessa mobilitazione contro il governo poteva avere maggiore risalto in presenza di un'unica ed unitaria manifestazione nazionale, in questo senso le maggiori responsabilità ricadono sulla Cub, in quanto maggiore organizzazione sindacale del sindacalismo non concertativo. Proprio la precedente manifestazione del 4 novembre contro la precarietà, malgrado le forze promotrici avessero mantenuto un profilo di pressione sul governo, aveva mostrato l'enorme potenzialità di lotta di una manifestazione concentrata. Dall'altra parte il gruppo dirigente della sinistra in Cgil, la Rete 28 aprile (che fa riferimento a Giorgio Cremaschi) ha mantenuto anch'esso un profilo di pressione sul governo; non ha mobilitato i propri militanti e quadri sindacali perché le Rsu si pronunciassero per lo sciopero generale.
Progetto Comunista Rifondare l'opposizione dei lavoratori partecipa con convinzione a questo sciopero generale, pur cosciente dell'enorme difficoltà di realizzazione, in particolare nel settore privato. Al tempo stesso ritiene che lo sciopero generale del 17 novembre sia anzitutto una tappa di un percorso di lotta deciso che deve vedere -necessariamente- tutte le forze della sinistra radicale e del sindacalismo non concertativo unite nella costruzione di una vertenza generale unificante contro questo governo e il padronato che lo sostiene. * Reali aumenti dei salari e delle pensioni, salvaguardia del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni mediante l'introduzione della scala mobile;
* Abolizione delle leggi precarizzanti, assunzione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori precari ed estensione a tutte le aziende dell'articolo 18 contro i licenziamenti arbitrari;
* Abolizione di tutte le leggi contro gli immigrati, chiusura immediata dei Cpt;
* Riduzione dell'orario di lavoro, a parità di salario, finalizzato all'assunzione dei disoccupati e dei lavoratori precari;
* Reddito sociale ai disoccupati;
* Agibilità sindacale in tutti i luoghi di lavoro, abolizione delle quote garantite nelle Rsu del settore privato;
* Salvaguardia e ripristino del sistema pensionistico pubblico a ripartizione, controllo dei lavoratori sul proprio Tfr/Tfs;
* Salvaguardia della natura pubblica della scuola, della sanità e dei servizi pubblici essenziali;
* Tassazione progressiva dei grandi patrimoni e del capitale finanziario;
* Nazionalizzazione, senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori, delle aziende che chiudono e licenziano, delle banche investite da bancopoli, della speculazione immobiliare;
* Ritiro immediato dei militari dall'Afghanistan, Iraq, Libano e da tutte le missioni all'estero, chiusura e riconversione ad uso civile delle basi militari statunitensi;
* Per un vero governo dei lavoratori, per il socialismo.